lunedì 8 ottobre 2012

WHERE DEATH IS MOST ALIVE - pt.3/3



Stasera ho un amico... PER cena... (cit.)

Boys and girls of every age
Wouldn't you like to see something strange?
Come with us and you will see
This, our town of Halloween

Finita la prima settimana di ottobre, ne restano solo 3 prima di halloween, quindi oggi come da programma finiamo il nostro piccolo viaggio nelle tenebre fotografiche.

Nelle puntate precedenti abbiamo visto come bilanciare la luce ambiente con quella flash in modo da non perdere l'atmosfera del luogo, abbiamo visto come eliminare la luce ambiente in modo da avere il controllo totale della luce sul set come se fossimo in studio, e abbiamo parlato anche di tutto quel corollario che sta intorno alla foto, come ad esempio (cosa importantissima) un buon casting per scegliere i soggetti giusti che sappiano valorizzare il nostro lavoro.

Lo scatto che vi propongo oggi è realizzato con lo stesso schema luci di quello dell'altra volta, cambiamo soltanto il soggetto e la location (per l'occasione, abbiamo fatto una trasferta di ben 2,5 metri spostandoci dal muro al portone di legno della stessa stanza).

L'idea è sempre quella di giocare coi cliché dell'horror cinematografico, questa volta l'elemento che traina la foto è la motosega, e non si può fare a meno di pensare a grandi classici dell'horror più splatter e violento, oppure, nella mia mente malata, ad Ash de "l'armata delle tenebre", cult movie per gli amanti del genere della mia generazione.

E così eccoci pronti a dare vita ad un nuovo scatto!

Prendiamo un modello di quelli fighi, di quelli che fanno bagnare la fidanzata o addirittura la mamma mentre con la coda dell'occhio vi spiano durante la post produzione degli scatti.
Prendiamo un bel portone di legno rovinato, chiamiamo l'amica truccatrice a disegnare qualche ferita convincente sul corpo del nostro sogetto (Valentina Ricci per l'occasione, ottima professionista e persona squisita, capace di sopportare qualsiasi fotografo o presunto tale, me compreso), e infine chiamiamo in scena lei, la vera protagonista, la motosega, autentica, sporca, vissuta, credibile.

Con questi ingredienti non si può sbagliare, aggiungiamo solo un po' di fumo per diffondere un po' la luce naturale in scena (e per giustificare alla nostra coscienza il fatto di aver speso altri soldi per l'ennesimo attrezzo che useremo 2 volte in tutta la vita).

Ok, tutto pronto, cerchiamo una posa da locandina cinematografica, una di quelle dove potrebbero starci pure un bel titolo e le date dell'appuntamento in sala.

Click! Voilà.
Mi piaceva l'effetto della luce ambiente che entrava da dietro. Come si sarà capito, poi, mi piace creare la vignettatura e l'illuminazione in generale in fase di scatto, senza doverla stravolgere in photoshop.

Segue la fase dei complimenti di rito a tutto lo staff, a sua volta seguita dalla fase in cui vi fate improbabili domande dentro di voi come "chissà quante modelle si tromberà il modello?", a sua volta seguita dalla fase in cui pieni di orgoglio pensate "stavolta mia morosa non potrà lamentarsi di nulla visto che non c'erano donne seminude sul set", che a sua volta è seguita ancora da quella fase in cui qualche amica, dopo aver visto i manzi con cui avete a che fare, vi chiede quanto costa une reflex per provare a fare qualche scatto (gli amici maschi lo hanno già capito da un pezzo che la scusa delle fotografie è ottima quasi quanto quella del cucciolo di cane per abbordare "nuove amiche", e in più la reflex non fa la pipì sui muri di casa).

Terminate tutte queste fasi post-scatto, dovreste ormai essere pronti ad iniziare la post produzione, ad essere ricoverati "alla neuro", e a sottoscrivere quell'abbonamento in palestra che nei vostri sogni vi farebbe sicuramente assomigliare al modello.

Tralasciamo le ultime due cose e concentriamoci sulla post produzione.
Come al solito, apro lightroom. Dio quanto ti amo lightroom.
Anche se ogni tanto litighiamo e ti tradisco con capture NX2 + photoshop, alla fine torno sempre da te.
Siamo come Ridge e Brooke.


Ecco come si presentava lo scatto in macchina.

Lo scatto è stato realizzato in modo da lasciare margine di lavorazione in postpro
Col senno di poi, l'uso di un secondo punto luce dedicato alla motosega, in questa particolare posa non avrebbe guastato

Solita color correction creativa, viriamo pesantemente sul verde come per il resto del servizio, e ci diamo sotto pesante con la chiarezza per ottenere l'effetto cartoon stile locandina anni 80-90.
Una sveltina su photoshop ce la facciamo stavolta, per dare un po' di diffusione alla luce in alto, e per completare la cartoonizzazione con un bel livello di high pass filter con blending su soft light.
Non ditelo a lightroom però... proprio adesso che abbiamo rifatto la pace...

Eccoci qua, la foto è pronta. Possiamo usarla pure come flyer per la nostra festa di halloween.

Ed ora, per i più golosi, i più nerd, i più curiosi, i più.... i più pazienti perchè no, visto il papiro che vi siete letti fin'ora, torniamo alla parte tecnica.

Dicevamo, che mi era piaciuto l'effetto di luce naturale che entra dall'alto nel fotogramma.
Dicevamo però che abbiamo utilizzato lo stesso schema di luce "ammazza luce ambiente" utilizzato nello scorso scatto, in modo da avere il nostro modello illuminato solo dal nostro beauty dish, come se fosse in studio.

Ma se ricordate bene... vi avevo lasciato con una frasetta, se non ricordo male... "la luce flash la controllate col diaframma, quella ambiente la controllate con la velocità dell'otturatore".
La regolina d'oro, alla base di ogni sperimentazione consapevole.

Già... vediamo di spiegare un attimo il motivo di questa affermazione, per chi non l'avesse già chiara a far parte del proprio bagaglio tecnico.

L'esposizione di uno scatto a luce ambiente, penso sia cosa che possiamo ritenere acquisita per tutti: più tenete aperto il diaframma, più luce passa, più lasciate la tendina dell'otturatore aperta, più luce passa.
La luce è sempre presente, quindi ovviamente più tempo rimane aperto l'otturatore, e più ne entra.

Cosa succede invece col flash? Succede che la durata del lampo è DI MOLTO inferiore ai normali tempi di scatto sincronizzato, al punto tale da rendere la velocità di apertura/chiusura dell'otturatore indifferente al fine di catturare la luce del flash.

Un flash anche di scarse prestazioni, arriva senza problemi a scaricare l'intero lampo in meno di 1/500 di secondo. I flash da slitta, quando utilizzati alla minima potenza, arrivano a scaricare il lampo anche in tempi nell'ordine del 1/38.000 di secondo

fonte: http://www.flickr.com/groups/strobist/discuss/72157625958129812/



La maggior parte delle macchine fotografiche canon/nikon/sony più diffuse, ha un sincro flash massimo di 1/200 o 1/250 di secondo.
Significa che, quando usiamo il flash, non possiamo scattare più velocemente di così.


Cosa significa tutto questo? significa che, in una stanza buia, il nostro sensore (o la nostra pellicola) vedrà l'immagine soltanto per la durata del lampo: a tutti gli effetti quindi, come se avessimo scattato a quella folle velocità visto che per il resto dell'esposizione non arriva altra luce ad impressionare il sensore.

E' veramente necessaria una stanza buia? No... se scattate a ISO bassi e con tempi sufficientemente rapidi per ottenere una foto NERA, per quanto riguarda il sensore siete in una stanza buia.
In questo caso, vedrete solo il flash (cosa utilissima ad esempio per "congelare" il movimento).

E se vogliamo che una certa luce entri in scena? Allora esponiamo in modo che questa sia visibile, e il resto della scena sia più possibile invisibile (nero).
Nel caso dello scatto di oggi, la cosa era abbastanza semplice, fuori c'era il sole dunque ottenere il giusto contrasto non è stato affatto complicato.
Il sole stava scendendo rispetto alla prima parte del set, quindi:

1/80 di sec, ISO 100, f/7.1 i dati di scatto.

Come dicevamo, il diaframma controlla il flash... questo perchè, essendo il lampo praticamente istantaneo, è inutile ridurre i tempi: entrerà sempre la stessa luce. Invece chiudendo il diaframma il flash perderà efficacia.

Il diaframma a 7.1 è stato scelto per avere il soggetto completamente a fuoco, con un diaframma più aperto avremmo avuto dei fuorifuoco che in questo scatto volevo evitare.


Ed ora, per festeggiare la chiusura dell'argomento dark/horror, qualche altro scatto tratto dalla stessa serie, realizzato con le stesse tecniche.

A presto, e mi raccomando, scattare! ;)

Da domani inizio la dieta, giuro
L'accetta rispetto alla motosega ha il vantaggio di non rimanere mai a secco. Pensateci.
Chi l'ha detto ke i killer motoseghisti pazzi possono essere solo uomini?






1 commento:

  1. Posso fare solo una piccola osservazione? Così, giusto per pescare il pelo nell'uovo...
    Nella foto con l'accetta, l'accetta in questione (la lama) si perde nello sfondo.... probabilmente, con un'illuminazione un po' + accurata o posizionando la lama dall'altra parte, si sarebbe notata di più...
    Per il resto, tutto bellissimo, tutto fighissimo, non posso certo permettermi di criticare! :-) E questi post sono sempre utili, anche per chi come me alle 2,20 di notte non ha ancora voglia di andare a dormire!

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