martedì 25 settembre 2012

UNDER THE SUN, UNDERWATER


Con la puntualità che da sempre mi contraddistingue, ecco a voi il post estivo... ora che sta per arrivare l'autunno.

Visto che questo weekend mi son trovato 30° a Firenze, ho pensato che forse sono ancora in zona Cesarini per parlare di qualche tema estivo, che si potrebbe sviluppare in questi ultimi giorni per i più temerari di voi.. oppure per quelli che abitano a Firenze dato che in quella zona pare sia ancora Agosto.

Ebbene si... ci son cascato anch'io... foto subacquee!

"Under the sun, underwater" scatto realizzato presso Oasi Belvedere, non ricordo bene dove, abbiate pazienza!



Premetto subito che NON SONO UN ESPERTO DI FOTOGRAFIA SUBACQUEA, quindi questo articolo non ha la pretesa di essere un "how to", ma soltanto un "workaround", per parlare insieme di come io che sono completamente neofita di questo genere di fotografia, abbia affrontato i problemi più comuni che si presentano in questo genere di scatti.

Innanzitutto la lista della spesa, per capire bene cosa c'è dietro lo scatto, occorre capire la preparazione e l'attrezzatura necessari per potersi trovare nelle condizioni di poterlo effettivamente realizzare.

Iniziamo quindi a mettere nel nostro carrello della spesa quanto segue:

1) piscina sufficientemente profonda. Almeno 1,3 metri di profondità per potersi muovere adeguatamente sott'acqua, se vi accontentate di fare dei "tagli" come questo. Per una figura intera almeno mezzo metro in più.
Perchè in piscina e non al mare? perchè a meno che non viviate in posti con acque veramente limpide e pulite, al mare c'è troppo particolato e l'acqua è troppo torbida per permettervi di lavorare a distanze decenti dal soggetto. Già l'acqua della piscina compromette la qualità del file generato in maniera significativa, rendendo necessario un forte intervento in post produzione.
Se siete fortunati (o danarosi) il top sarebbe una grossa vasca trasparente, in modo che voi possiate stare all'asciutto e sistemare le luci dove volete, e mettete a mollo solo la modella... ma in questo caso, nella foto linkata sopra, ero pure io dentro la piscina insieme a lei, e devo dire che è stato pure divertente

2) se volete entrare in piscina e godervi l'esperienza di fotografie in immersione, vi serve un qualsiasi strumento fotografico che resista all'acqua.
N.B. resistere all'acqua è cosa ben diversa che resistere alla pioggia. Se vi venisse mai in mente di provare il vostro corpo tropicallizato e prova di fango ed acquazzoni dentro una piscina, sappiate che vi aspetta un'amara sorpresa.
Servono proprio macchine fotografiche subacquee (alcune compatte digitali lo sono già, ma vanno benone pure le vecchie Nikonos a pellicola) oppure degli "scafandri" per la vostra fidata reflex che usate solitamente all'asciutto.

Calma... non esaltatevi troppo... questi famosi scafandri hanno un costo direttamente proporzionale alla loro comodità.
Tra l'altro, questa proporzionalità segue una curva esponenziale... quindi all'aumentare della comodità d'uso, il prezzo raggiunge rapidamente cifre da capogiro, spesso di molto superiori a quella della macchina fotografica stessa.

Quindi? La fotografia subacquea è una cosa da ricchi?
La risposta è "no, se siete disposti a complicarvi un po' la vita".

Visto che ancora sono un fotografo povero e per fare esperimenti non posso certo permettermi migliaia di euro di attrezzatura che userei 10 volte in tutto nella vita, ho scelto la strada più scomoda, ma di gran lunga la più economica: il sistema Dicapac


la custodia DiCAPac in tutto il suo splendore spartano

 Si tratta in sostanza di una busta di plastica, sagomata in modo da contenere la vostra reflex di fiducia, assieme ad un obiettivo di taglia media (un 24/70 f/2.8 ci entra al pelo).

Stando ai dati riportati dal produttore, siamo al sicuro fino a 5 metri sott'acqua (qualche fonte scrive 10, ma vabè, io in ogni caso non scendo oltre i 2-3 quindi non ho mai approfondito molto la questione).



la pubblicità ufficiale del DiCAPac
.Ecco, con questo attrezzo potrete immergere la vostra DSLR in tutta sicurezza.
Lo so... l'aspetto non è proprio di quelli che ispirino massima sicurezza, però SI, FUNZIONA, nel senso che potete star tranquilli, se lo usate secondo le indicazioni fornite dal produttore, siete assolutamentea al sicuro.

Io, che sono un gran trafficone, nerd, fancazzista, e fissato, ho sostituito l'oblò plastico di serie con un filtro UV da 95mm in vetro, naturalmente uno molto economico (la bellezza di 37 o 40 euro, non ricordo più il prezzo), ma che nonostante tutto mi da risultati migliori del plasticozzo di serie.
Col senno di poi sono contento di avere effettuato la sostituzione, visto che già ci pensa l'acqua ad appannare l'immagine, e recuperare un pochino laddove si può, è cosa assai gradita.
Poi naturalmente 90 volte su 100 tutto il poco dettaglio catturato in più lo perdo con postproduzioni assurde ed estreme su lightroom, ma quello è un MIO problema, non dell'attrezzo...

Ok, abbiamo la piscina, abbiamo la fotocamera a mollo, cosa ci manca nella lista?

La luce! In questo scatto che vi propongo oggi, ho usato luce naturale, ho fatto posare la modella in modo che sott'acqua avesse il sole di fronte; diversamente avrei bruciato tutto per avere lei esposta correttamente.
dati exif dello scatto: 20mm  ISO 100, f/6.3, 1/40sec




Vogliamo mettere nella lista pure qualche accessorio? Io ho usato un paio di occhiali che sembravano usciti da Jersey Shore, rimediati sul posto grazie all'amica Chiara Schiaratura che provvidenzialmente li aveva con sé (tranquilli, non li indossava, facevano parte della sua borsa di gadget! :D)

Here we go!

Pronti per lo scatto, Margherita, la modella, non aveva mai posato sott'acqua.
Io non avevo (quasi) mai scattato sott'acqua.
Tutte le premesse remavano contro insomma.

Calma, niente panico. Se la modella non affoga, possiamo farcela.
I capelli di Margherita aiutano molto, col loro movimento, a rendere più interessante l'immagine e a dare il senso dell'ambiente subacqueo.

Quasi dimenticavo... ricordate che vi avevo detto prima riguardo gli scafandri per le relfex? cioè che la loro comodità è direttamente proporzionale al prezzo... il DiCAPac costa davvero poco (circa 80 euro). Gli altri partono da diverse centinaia a qualche migliaio di euro.
Traete le vostre conclusioni.

Oltre alla scarsa accessibilità ai comandi (anche girare una ghiera dventa una impresa, soprattutto se l'obiettivo è di generose dimensioni come il 24-70 f/2.8), dovrete fare i conti con la spinta di Archimede.
Nonostante chiudiate il DiCAPac con cura, dentro resta sempre un po' d'aria, e quando siete sott'acqua, l'oggetto vi porta letteralmente a galla.
Quasi impossibile stare fermi se non usate dei pesi come zavorra.

Ma adoro le sfide, perciò si continua.

Niente flash oggi, quindi si può scattare a raffica.
Niente autofocus, la mia Nikon D7000 sott'acqua soffre troppo per la mancanza di contrasto e sono più gli scatti che sbaglia che quelli che azzecca.
Tutto manuale. Mi piace sempre di più.

Impossibile anche guidare la modella sott'acqua. Posso darle delle indicazioni prima dell'immersione, ma poi lì sotto siamo soli e tocca tirare a indovinare.
Pure i capelli seguono un movimento random.
E ci si mettono pure le bolle d'aria, che spesso rovinano gli scatti migliori passando di fronte all'occhio o coprendo altre parti del viso della modella.

Un inferno.
Se dovessi mai realizzare scatti in acqua per un lavoro su committenza, queste condizioni di lavoro sarebbero inaccettabili, e mi procurerei  un bell'acquario per modelle :D
Ma oggi scatto per me, e queste difficoltà rendono la sfida ancora più divertente.

Eccoci al dunque, riemergo e controllo il display della macchina.
Trovo una foto che mi piace.
Ok, ancora non mi piace, ma ci trovo del potenziale.
Il contrasto è insignificante e la dominante azzurra opprimente, sarà sicuramente necessario un buon intervento di post produzione

Ecco il risultato originale




Si lo so... a parte la posa, non sembra nemmeno la stessa foto...

Per fortuna lightroom riesce a supplire alle mie carenze tecniche di foto subacquea!
Innanzitutto, ho aumentato i contrasti, e ci sono andato giù pesante con un bel +100% chiarezza.
Il file iniziava già ad assumere forma.
Successivamente, la correzione colore, doverosa vista l'opacità del file originale, via la dominante azzurra e bentornati dettagli sullo sfondo.

Ci siamo, lo scatto mi piace, e inizia ad essere come lo avevo pensato.
Il risultato mi soddisfa, spero piaccia anche a voi.
Di sicuro è stata una esperienza interessante, che mi ha fatto "crescere" mettendomi davanti a dei problemi del tutto nuovi, e a dei limiti che non avevo i mezzi per superare che quindi mi hanno costretto a fare di necessità virtù.

Ho un sacco di idee per soggetti subacquei da fotografare, e spero di avere un giorno la possibilità ed i mezzi per dargli vita.
Per ora spero di avervi incuriosito un po' e stimolati a provare... in fondo basta poco, e il divertimento è garantito!

See you soon!

1 commento:

Fotografia

Faccio click su strane cose, che registrano strane immagini.